

INFORTUNI NELLO SPORT
Quando si parla di infortuni nello sport è necessario fare un distinguo tra le diverse tipologie di problematiche nelle quali si può incappare comprendendone (quando possibile) il motivo.
Le principali categorie sono 4: Accidentali, “Tecnici”, Over Use e quelli Atletici, in pratica parliamo di quelli nei quali si incorre quando la preparazione fisica per un motivo o per l’altro non è al top.
FOCUS PADEL
La maggior parte degli infortuni, parliamo di quelli tecnici e dati da over use, colpiscono la fascia di età tra i 35-55 anni. I distretti scheletrici più interessati in questa casistica sono gomito, spalla, rachide lombare, ginocchio e caviglia con il gomito al primo posto con circa il 20% dei casi.
La supremazia delle problematiche degli arti superiori, nonostante il padel sia uno sport con continui cambi di direzione e molta corsa che quindi sollecita continuamente ginocchia e caviglie, è dovuta al gran numero di colpi over-head presenti in questo sport ed a una particolare rigidità richiesta agli arti superiori per portare i colpi.
LA CATENA CINETICA
Esiste un tema fondamentale per comprendere al meglio perché questi accadano: parliamo di catena cinetica. Semplificando il concetto ogni movimento ed ogni colpo deve vivere di un’armonia che parte dai piedi ed arriva sino alla mano in cui teniamo la racchetta, quando questa catena di movimento viene interrotta il nostro corpo (in termini di muscoli, tendini, legamenti ed articolazioni) è sotto stress.
IL GOMITO
Per quel che concerne il gomito l’infortunio più classico è l’epicondilite, chi ha giocato a tennis lo conosce con il nome di “gomito del tennista”. Si parla di un problema non extra-articolare ma intra-articolare e la colpa è delle vibrazioni che risultano dall’impatto tra pallina e racchetta. Queste si ripercuotono sul polso e poi sul gomito, nel padel ancor più che nel tennis a causa della racchetta e del tipico movimento a braccio rigido. Le vibrazioni sollecitano continuamente l’articolazione e, nel tempo, portano a delle micro-instabilità.
FAQ
“Ni”: ricordiamoci che gli infortuni dipendono da molte diverse variabili. Conoscendo quali sono le criticità ovviamente è più semplice evitare di commettere certi errori ma escluderli a priori è impossibile. Sicuramente alcune scelte, dall’effettuare un buon riscaldamento all’individuazione della racchetta più giusta per noi piuttosto che l’impegnarsi nel migliorare i movimenti a livello tecnico, permettono di ridurre il rischio ma purtroppo è fisiologico e può comunque capitare.
Dipende ovviamente dall’entità dell’infortunio. In ogni caso per capire con cosa si ha a che fare consiglio sempre di fare una visita. Nel caso si tratti di qualcosa di lieve, attenzionato in tempo, potrebbe bastare un po’ di riposo ed eventualmente qualche seduta di terapia. Se il problema è invece più grave è intervenire chirurgicamente, mediante tecnica poco invasiva come l’artroscopia, per rimettere a nuovo gomito e padelista.
Questa è la classica domanda degli ipersportivi. Cominciamo con il dire che arrivati ad un momento della vita anche il fisico vuole la sua parte. Sebbene un buon allenamento come anticipato permetta di dribblare molti dei rischi spesso la risoluzione dei problemi è legata ad una riduzione di ritmo ed intensità. Ciò detto curare le fasi di riscaldamento prima e di recupero dopo possono rivelarsi altrettanto (se non più) importanti di ciò che succede in campo.
Prendiamo ad esempio un problema alla cuffia dei rotatori della spalla: la risposta è si ma senza trovarsi in situazioni di agonismo marcato, quelle nelle quali “devo dare tutto” per intenderci. La soluzione ottimale sarebbe tornare in campo con un preparatore, conoscitore di sport ma anche di anatomia e fisiologia, il quale eviterebbe ovviamente (a differenza di un avversario che vuole vincere) di sollecitare oltremodo l’articolazione con palle alte che andrebbero a sovraccaricare le spalle.